»Ilvermorny Institute ~ An enchanted place where magic becomes reality

Si potrebbe considerare un arrivo traumatico

« Older   Newer »
  Share  
Lilith Redworth
view post Posted on 30/5/2014, 12:42




Era ancora nel suo letto quando suo padre entrò e la svegliò malamente ordinandole di prepararsi, a breve sarebbe partita per recarsi al Phoenix Institute.
Stropicciando si gli occhi guardò l'uomo in malo modo Seriamente Padre, non potete riconsiderare l'idea di mandarmi a Durmstrang?
No, vestiti
Sbuffando la ragazza si alzò ed indossò un corsetto nero e dei pantaloni neri attillati, ai piedi calzava degli stivali in pelle con molti lacci. Prese i suoi bagagli e partì con la carrozza verso l'aeroporto.


Qualche giorno dopo,una domenica, Lilith era seduta nella Hall dell'istituto e ammirava le vetrate oltre le quali splendeva un bellissimo sole, letale quanto la ragazza per i vampiri. Le gambe lunghe e magre erano accavallate ed erano fasciate da un paio di pantaloni in pelle nera, nella parte superiore invece, indossava una canottiera bianca e sopra un golfino rosso scuro, al collo il suo immancabile ciondolo in argento con all'interno la foto della madre e due piccoli rametti essiccati, uno di verbena, il fiore preferito della madre e uno di aconito, il suo fiore preferito.
I suoi occhi neri si spostarono dal panorama all'ingresso dove un gruppetto di ragazze entrò ridendo e facendo troppo chiasso per i suoi gusti. Tornò a rivolgere la sua attenzione al panorama e fu grata quando un raggio di sole entrò e le colpì il viso candido. Chiuse gli occhi e si immerse in quel calore completamente diverso da quello della sua terra natale.
 
Top
view post Posted on 4/6/2014, 01:17
Avatar


Group:
Administrator
Posts:
362
Location:
Roma

Status:


Quella domenica mattina, Solomon uscì da quello che era da poco diventato il suo studio piuttosto stanco. Il rituale che aveva effettuato su sé stesso era stato piuttosto complesso e lo aveva quasi lasciato del tutto privo di forze. Guardando l'orologio su polso della mano sinistra, annerita come se qualcuno vi avesse sfregato sul dorso del carbone, si accorse che era quasi ora di colazione, così si avviò a fatica verso la Hall, il braccio che formicolava fino al gomito, e si concesse un sorriso appena accennato mentre attraversava i corridoi del Castello. Era rimasto piuttosto sorpreso quando la Preside Robins lo aveva chiamato per offrirgli una cattedra di ritualistica nell'Istituto, e aveva accettato con gioia: sarebbe stato, con i suoi diciannove anni, il professore più giovane nella breve storia della scuola. A dirla tutta, negli States non era neppure considerato maggiorenne, ma la Preside aveva insistito che non ci sarebbero stati problemi e che avrebbe potuto condurre i suoi studi in tranquillità, purchè svolgesse le sue lezioni.
All'inizio, Solomon si era dimostrato un po' scettico e diffidente: che fosse un modo per controllarlo? Nulla però, durante i primi mesi di permanenza, gli aveva dato modo di credere che si trattasse di quello, così si era rimesso a lavoro e finalmente la sera precedente aveva effettuato il lungo rito a cui lavorava da mesi. Rito che era riuscito appieno, sebbene avesse avuto qualche effetto collaterale momentaneo, che sarebbe sparito nel giro di qualche giorno.

Arrivato finalmente alla Hall, si appoggiò con la spalla allo stipite della grande porta, senza più energie, lasciando che fosse il suo stesso peso a sostenerlo. Non voleva scatenare un allarme, ma capì che non ce l'avrebbe mai fatta a raggiungere il tavolo dei docenti senza cadere. Quella sera, aveva scelto di indossare una camicia nera a collo alto e dei pantaloni di cotone cachi dal taglio elegante ma morbido, abbinati ad una cinta color testa di moro e non aveva avuto ancora la forza per cambiarsi d'abito. Prese con la mano destra un fazzoletto celeste dalla tasca del pantalone e si asciugò la fronte, dove si erano formate leggere goccioline di sudore, mentre infilava la mano sinistra in tasca per evitare domande inappropriate da parte di qualche studente troppo curioso, avviandosi verso uno dei posti liberi al tavolo delle Volpi, la casa dell?Istitute che più lo rappresentava e trovò un posto libero davanti ad una studentessa mora che teneva gli occhi chiusi, godendosi il sole sulla pelle chiara: nel porsi davanti a lei, gli fece ombra per un attimo, sottraendo la sua pelle ai raggi solari.


- Mi spiace disturbarla, signorina. Se non le do troppo fastidio, posso sedermi? -

Chiese, o meglio pigolò, data la sua maledetta timidezza, con un sorriso affabile ma nervoso appena accennato e il tono pacato leggermente arrochito dalla stanchezza, sostenendo tutto il peso del suo corpo con la mano destra, il cui palmo poggiava ora contro il legno piacevolmente freddo del tavolo in mogano.

Edited by Solomon Ervin Slane - 22/6/2014, 11:57
 
Top
Lilith Redworth
view post Posted on 4/6/2014, 15:10




Per un momento il sole parve sparire, Lilith aggrottò le sopracciglia e quando una voce risuonò davanti a lei aprì gli occhi del colore del carbone e osservò il nuovo arrivato.
Era un ragazzo giovane, eppure era sicura di non averlo visto allo smistamento...pensò per un momento a dove l'avesse visto -perchè era sicura di averlo già visto- poi le venne in mente. Era un professore! E non uno qualunque, ma quello di alchimia, una delle materie, o forse l'unica, che non c'era nelle altre scuole. A Durmstrang però insegnano Arti Oscure
Continuando a guardare negli occhi il giovane professore rispose Nessun fastidio, sedetevi pure Accennò un lieve sorriso che sparì quasi immediatamente. La ragazza allungò la mano destra incurante dei segni bianchi che si notavano ancor di più sotto la luce del sole e si presentò Lilith Redworth, piacere di conoscervi
 
Top
view post Posted on 5/6/2014, 04:50
Avatar


Group:
Administrator
Posts:
362
Location:
Roma

Status:


Come aveva previsto, la mancanza del raggio di sole che il giovane professore le aveva sottratto, aveva fatto si che la ragazza si riscuotesse da quella sorta di pace in cui era immersa, aprendo gli occhi neri come il carbone e fissandolo per qualche attimo. Solomon arrossì appena e deglutì impercettibilmente: quando qualcuno lo fissava in quel modo, quasi squadrandolo da capo a piedi, si sentiva un po' a disagio. Fortunatamente durò poco, ma la ragazza non aveva ancora finito di pronunciare per intero la prima frase, che il fondoschiena di Solomon si era abbattuto quasi di schianto sulla panca, tanto che fu costretto ad un timido e veloce sorriso di scuse, che sparì più veloce di uno scoiattolo nella sua tana all'avvicinarsi di una volpe. Allungò la mano destra a stringere senza forza la mano della ragazza e gli occhi grigi non poterono non notare i segni sul polso candido di lei.
Non ci fece poi tanto caso, in fondo ognuno aveva le sue personali cicatrici: lui, ad esempio, ne aveva una sulla pancia, reduce di un'appendicite operata in un ospedale babbano quando aveva abitato a Brighton.


-Solomon Slane, sono il Professore di Alchimia e Ritualistica. Il piacere è mio-

Disse, per poi guardarsi attorno alla ricerca di qualcosa di nutriente da mettere sotto i denti. Aveva una gran fame e sapeva che dopo essersi riempito lo stomaco, sarebbe stato subito molto meglio: tra le varie pietanze, adocchiò un bel piatto di salsiccia con uova strapazzate e patate arrosto, così si allungò per prenderlo con la mano destra. Non voleva spaventare la studentessa mostrando la mano sinistra annerita, per cui la teneva ostinatamente in tasca. Ora che ci pensava, avrebbe potuto mettersi un guanto prima di uscire dal suo studio, ma era così svuotato che non ci aveva nemmeno pensato. Con la forchetta, tagliò un pezzo di salsiccia e prese un pezzo d'uovo, cominciando a mangiare. Aveva appena deglutito quando pensò che non era poi giusto non scambiare un paio di parole con la studentessa che gli era di fronte e che gli aveva permesso di sedere. Ma da dove cominciare? Ah, certo.

-Ha un nome importante, Miss Redworth. E potente-

Disse. La sua deformazione professionale aveva immediatamente colto l'origine del nome della ragazza. E come non poteva? Lilith era l'essere demoniaco legato alla Lussuria, dal temperamento indipendente e ribelle, capace di scatenare negli uomini le loro più accese passioni e far perdere loro il controllo delle loro emozioni. Solomon conosceva il rito per chiederne i favori, ma, oltre ad essere pericoloso anche per un ritualista esperto come lui, non aveva mai avuto necessità di ricorrervi. Prese un'altro boccone, si versò del succo di pesca nel calice davanti a lui e lo sorseggiò lentamente. Come previsto, cominciò già a sentirsi un po' meglio.
Per lo meno, adesso non rischiava di stramazzare svenuto sul tavolo


Edited by Solomon Ervin Slane - 22/6/2014, 11:57
 
Top
Lilith Redworth
view post Posted on 5/6/2014, 14:17




Alla ragazza non servì la sua sviluppata capacità d'osservazione per notare che il professor Slane era molto affaticato, sembrava quasi che sarebbe svenuto da un momento all'altro. Appunto, cadde letteralmente sulla panca di fronte a me e, dopo essersi presentato si mise a mangiare e, una cosa che non sfuggì alla giovane, utilizzando una sola mano. Sollevò un sopracciglio ma decise di non chiedere niente.
Lilith non aveva molto appetito quindi si limitò a prendere solamente una tazza di tè con qualche biscotto. Il professore invece aveva preferito un piatto con uova e salsiccia...la ragazza si chiese come diavolo si faceva a mangiare così tanto di prima mattina, per lei era una cosa impensabile, ma probabilmente era dovuta al fatto che subito dopo colazione, quando abitava nel suo castello in Romania,iniziava subito l'allenamento fisico....e mangiare pesante non era l'idea migliore.
Non era una persona che parlava molto ed essendo abituata a mangiare in silenzio non disse niente.Fu il professore a parlare per primo dopo aver finito il primo boccone
-Ha un nome importante, Miss Redworth. E potente-
Dal piatto di fronte a lei su cui erano fermi, gli occhi di Lilith scattarono verso il professore e lo scrutarono.
Non molti conoscono da chi prendo il nome disse la ragazza prendendo un cucchiaio e cominciando a mescolare la bevanda che aveva davanti. Ma forse non dovrei sorprendermi visto che voi siete il professore di Ritualistica ...e si sa per cosa, molte persone, utilizzano i rituali. Mio nonno era un esempio Un candido sorriso divertito apparve sul volto di Lilith, non sapeva l'esatto motivo per cui sua madre l'avesse chiamata come il demone della lussuria ma di certo alla ragazza piaceva quel nome, e non lo avrebbe cambiato per nulla al mondo, anche se spesso era stata etichettata dai babbani come una strega.....e non avevano certo torto.
 
Top
4 replies since 30/5/2014, 12:42   103 views
  Share