»Ilvermorny Institute ~ An enchanted place where magic becomes reality

Once Upon A Time

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Ellen Lynch
view post Posted on 9/7/2014, 17:26




Se sei felice e tu lo sai, batti le mani! -Clap Clap-
Se sei felice e tu lo sai, batti le mani! -Clap Clap-
Se sei felice e tu lo sai, e mostrarmelo vorrai, se sei felice e tu lo sai, batti le mani! -...-


SBAM.
Cosa comporta avere la testa costantemente tra le nuvole? Innumerevoli avvenimenti, occasioni e... incidenti di ogni tipo. Ellen purtroppo era consapevole di quel suo lato altamente pericoloso eppure per quanto provasse a fare attenzione a dove metteva i piedi, ad osservare per bene l'ambiente circostante, scavalcare le buche, guardare a destra e sinistra prima di attraversare, e non accettare le caramelle dagli sconosciuti... finiva sempre con il naso spiaccicato da qualche parte. Avrebbe tranquillamente potuto dare la colpa all'emozione di trovarsi finalmente in quel magico luogo dove avrebbe finalmente potuto continuare i suoi studi e conoscere tutti quegli angoli di paradiso descritti minuziosamente dai suoi fratelli maggiori che non perdevano occasione per raccontarle delle loro bravate, o dei loro ottimi risultati scolastici o ancora le numerose conquiste sulle giovani donzelle presenti. Sospirò fantasticando su quanti ricordi, quante emozioni e conoscenze, avrebbero mai potuto contenere quelle mura, impregnate delle voci, risate pianti ed urla degli abitanti di quel luogo senza tempo. In men che non si dica, facendo un giochetto stupido lungo un corridoio a lei sconosciuto, dove doveva canticchiare e battere le mani, la sua testolina rossa, finì a spiaccicare il naso contro delle enormi porte in legno che le fecero assumere un'espressione dolorante accompagnata da una delle mani che iniziava a strofinare la punta del naso che per ovvie ragioni si era evidentemente arrossata. -Ciao mi chiamo Rudolph!- Alzando lo sguardo notò effettivamente di non riconoscere il luogo in cui si era cacciata, e per quella ragione curiosa com'era inconsapevole del fatto che quel luogo potesse essere inaccessibile o meno. Spinse così la pesante porta facendo capolino alla ricerca di qualcosa. Gli occhioni della ragazza di posarono su tanti di quegli scaffali colmi di libri che poté distintamente sentire un lungo brivido percorrerle tutto il corpo. Altri studenti erano presenti, e girovagavano per le corsie, o sedevano a dei tavoli leggendo, trascrivendo appunti. Era il paradiso. Senza pensarci due volte entrò e si richiuse il portone alle spalle, mentre con passo svelto si dirigeva verso le prime corsie alla ricerca di non sapeva neanche lei cosa. Desiderava solo perdersi in quel luogo dal profumo di pergamene, tomi antichi, nuovi, quel meraviglioso odore di inchiostro e carta. Perdersi in quel luogo, e per quanto le riguardava, restarci anche a vita.
 
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Knut Leifsen
view post Posted on 9/4/2015, 16:07




Knut, anche se evitava di darlo a vedere, era una persona ansiosa, ma di un'ansia dettata dalla maniacalità di voler fare le cose in maniera molto organizzata. Cosa estremamente fuoriluogo per chi vuole iniziare la professione accademica... il fattore ansia. Quel giorno, in visita alla scuola per concludere con il preside "l'affaire" della sua, probabile, assunzione a docente dell'istituto, aveva deciso di rinchiudersi nella biblioteca scolastica, per dare un'occhiata ai libri inerenti le "rune antiche", per capire se avesse dovuto colmare eventuali lacune o cose simili. Si era seduto ad un tavolo posto vicino all'ingresso, e stava "gestendo una constatazione amichevole" con una pila di libri quando, dalla porta d'ingresso della sala, sentì arrivare una botta. Temendo che i cardini stessero cedendo e pronto a vedere le ante, o almeno una, cedere di schianto, fu sorpreso dal vedere "solo" una giovane ragazza rossiccia e slanciata fare un timido capolino ed iniziare ad esplorare la sala. La vide avanzare velocemente verso gli scaffali, ma limitarsi a leggere i dorsi dei libri, piuttosto che prenderli. Vista l'indecisione e l'entusiasmo della ragazza, Knut decise di darle una mano, alzandosi e facendosi incontro alla rossa, dicendole gentilmente ed a bassa voce, una volta messosi vicino a lei, che continuava ad controllare scaffali e scaffali: "Scusa, posso darti una mano nel cercare quello che ti serve? Sono stato studente anche io qui: mai detto che ti possa servire qualcosa che conosco!". Si mise a guardare la ragazza, aspettando una sua reazione.
 
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1 replies since 9/7/2014, 17:26   64 views
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