»Ilvermorny Institute ~ An enchanted place where magic becomes reality

Duello tra luci ed ombre, Oliver Lennox

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Elizabeth Cathrine Anna Cavenish
view post Posted on 29/12/2014, 23:46




Poggiò una mano con delicatezza sulla prima colonna di marmo, facendo aderire la pelle al materiale liscio e freddo.
Elizabeth Cathrine Anna aveva sempre amato scoprire, esplorare, conoscere cose che gli altri non potevano o non volevano sapere. Aveva sempre amato osare ciò che non le era consentito fare, andare alla ricerca di qualcosa di importante e segreto da custodire e nascondere, o tirar fuori al momento giusto. La conoscenza di un segreto poteva rivelarsi l'arma vincente a volte.
Era questo istintivo voler conoscere che l'aveva portata a farsi un giro della scuola appena arrivata, a muovere quei suoi brillanti occhi verdi per osservare con attenzione tutto ciò che sarebbe stato, da lì a qualche anno, l'ambiente più prossimo ad una casa.
I suoi passi sicuri si udirono lievemente rimbombati, e alzò il viso socchiudendo le palpebre, studiando la Sala dei Duelli; le sue pupille sostarono sul punto in cui uno dei duellanti sarebbe dovuto stare, e la ragazza serrò le labbra in un'espressione decisa. "Vincerò lì." Il duello era la condizione costante della sua vita; una continua lotta con tutto e tutti, una perpetua sfida che si era costretti ad accettare, un susseguirsi di vittorie e sconfitte, gioie e dolori, sicurezze e paure. La vita era un duello tra luci ed ombre. Un perenne spettacolo, tremendo e affascinante; e lei voleva vincere la sfida, doveva vincerla.
Sollevò il petto in un respiro più profondo, distogliendo lo sguardo e tornando ad esaminare il restante ambiente. Il suo pensiero però corse veloce al padre; chissà quante volte egli nella sua giovinezza aveva vinto ad un duello, in una sala simile a quella in cui si trovava lei ora? Nella sua immaginazione prese vita la sagoma del giovane uomo, che tante volte aveva osservato in fotografia e di cui aveva ammirato i tratti e le espressioni, che scagliava lontano un avversario, acclamato poi dagli spettatori e dagli amici.
Avrebbe onorato la sua famiglia - quella vera. Avrebbe onorato suo padre. Avrebbe vinto.
 
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Oliver Lennox
view post Posted on 30/12/2014, 00:12




Oliver Lennox non aveva mai amato entrare nei panni del piccolo esploratore, soprattutto se si trattava di una scuola.
A lui le cose piaceva scoprirle con il tempo, senza affrettare tutto, senza andare a ficcare il naso ovunque. Se c'erano cose che meritavano di essere scoperte, allora il tempo avrebbe fatto il suo corso presentandole alla sua conoscenza.
Si, l'aveva sempre pensata così.
Eppure quel giorno si era ritrovato a gironzolare senza una meta per i corridoi del Phoenix Institute.
Colpa della noia, si era detto, e voleva sperare che fosse davvero così. Era già cambiato troppo negli ultimi mesi, un ulteriore cambiamento l'avrebbe mandato fuori di testa. Spesso stentava addirittura a riconoscersi.

Fu la Sala dei Duelli che catturò maggiormente la sua attenzione, al punto che il diciassettenne decise di entrare. Un angolo della sua bocca si piegò leggermente verso l'alto, a formare un'espressione di puro scetticismo.
Sapeva già cos'avrebbe trovato in quella sala, non era dopotutto molto diversa dalle sale dei duelli di tutte le altre scuole di magia... O perlomeno, lui ne era convinto.
La noia, si ripetè.
Fece qualche passo avanti, fino ad avere una visuale completa della stanza. Era esattamente come se l'era immaginata... forse un po' meno colorata.
La sorpresa, invece, fu la ragazza che vi trovò all'interno.
- Ecco, questo non l'avrei mai detto. - Sentenziò, il sorriso che andava piano piano allargandosi.
 
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Elizabeth Cathrine Anna Cavenish
view post Posted on 31/12/2014, 12:37




Passi che si avvicinavano. Senza scomporsi, senza lasciar trasparire niente dall'espressione del viso, Elizabeth volse il capo all'entrata della Sala. Un ragazzo piuttosto alto e dai capelli biondi, puntava su di lei due occhi scuri, mentre faceva scivolare le labbra in un sorriso interessato e si avvicinava dimostrando tranquillità e sicurezza. Cathrine rimase immobile, mantenendo una posizione di profilo davanti al giovane, eccezion fatta per la testa, girata verso di lui. I suoi occhi verdi studiarono con attenzione il nuovo giunto, e si puntarono con insistenza sul suo sorriso - che non si spiegava - e sulle iridi che, adesso poteva veder meglio, erano nere e si fondevano ad una prima apparenza con le pupille. Corrugò quasi impercettibilmente le sopracciglia, accennando un sorriso con le labbra morbide e più rosse del solito a causa del freddo, che sembrava essere una presenza aleggiante in quella Sala, così bianca e gelida.
Non comprendeva quello sguardo che dava l'impressione di essersi appena illuminato, di aver trovato qualcosa nella Strega che gli stava di fronte, e una parte di lei a primo impatto aveva avuto l'istinto di provare a far sparire quell'atteggiamento con un secco "Che hai da sorridere?" sputato addosso all'altro; istinto immediatamente soffocato. Non sapeva perché egli si stesse avvicinando, non sapeva se e in che modo quello studente le sarebbe potuto essere utile. Di sicuro il biondo era sicuro di sé; la sicurezza permeava quasi il suo modo di camminare, di muoversi, di guardare.
Dunque indossò anche lei un sorriso tra lo scettico e il divertito, lasciando intravvedere un pizzico di curiosità: "Buongiorno." La sua voce, decisa e spigliata, rimbombò lievemente in quell'ambiente. Osservò dall'alto al basso lo studente, chiedendosi un poco divertita cosa sarebbe successo.
 
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Oliver Lennox
view post Posted on 5/1/2015, 14:19




La ragazza lo squadrò a lungo, gli occhi verdi puntati su di lui e le labbra rosse che accennavano a un sorriso. Sembrava piuttosto scettica. D'altra parte, era la reazione più naturale possibile riguardo al modo in cui il Lennox aveva esordito.

"Buongiorno."


Oliver abbassò la testa per poi rialzarla velocemente. - Buon giorno a te. - Si morse il labbro inferiore per qualche istante, facendo spaziare lo sguardo in tutta la sala.
Vi erano centinaia di oggetti interessanti lì dentro, cimeli e medaglie che comunque, per come era fatto lui, avrebbe apprezzato sempre e solo ammirandoli. Non era fatto per combattere, la sua arte era quella della dialettica.
Il biondo tornò poi a rivolgersi alla ragazza. - Posso chiederti, se non sono indiscreto, che ci fai qui da sola? -
 
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3 replies since 29/12/2014, 23:46   77 views
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