| La Fortezza, come Knut aveva ribattezzato casa propria, si era trasformata in una fornace, a causa del caldo dovuto alla stagione. Il giovane professore si trovava steso sull'erba del suo piccolo giardino, semi-coperto dall'ombra fatta dalla struttura della casa e con addosso solo un paio di pinocchietti color sabbia. Il caldo della California aveva avuto la meglio sul giovane uomo, che si ritrovava a boccheggiare come un pesciolino rosso. "Ma quando venivo qui da studente, come facevo a resistere?" si chiese più di una volta. Alla fine, proprio mentre l'asfissia stava per dargli un colpo di grazia travestito da collasso totale, Knut ebbe una sorta di illuminazione: la vecchia scopa del padre. Prima di qualunque cosa, però, si andò a fare una doccia fredda, per recuperare un po' di quella cosa che, stando alle leggende, gli serviva per tirare avanti: la vita. Una volta ripresosi e rivestitosi con abiti leggeri, andò al piano superiore dell'abitazione, recuperò il vecchio manico di scopa (una nimbus 2001 ancora perfettamente funzionante) e si avviò al campo della scuola. Una volta giunto lì, montò sulla scopa, decollò ed iniziò a fare vari giri di campo, con l'aria che lambiva velocemente il suo corpo, facendogli dimenticare, momentaneamente, il grande caldo che faceva.
|
